La migliore presentazione del “chi siamo” è l’attività svolta (qui a fianco, la locandina dell’incontro di partenza, sulle Idee forza, cui sono seguiti quelli sulla ricostruzione dello Stato, sui Corpi intermedi, sulle Fisionomia della società italiana e la riflessione sul socialismo oggi). Le iniziative, nate in forma autogestita per iniziativa di un gruppo di studiosi, intellettuali e personalità politiche (queste ultime, in quanto personalità culturali), hanno creato un piccolo network che ha deciso di non disperdersi; un network informale esteso a tante altri studiosi del pensiero critico che non hanno potuto partecipare ai quattro eventi svolti in forma di Convegno e o alle successive riflessioni (a porte chiuse) sugli orizzonti che il “sociliasmo” può assumere oggi, ma che ci hanno sempre incoraggiato. Il gruppo é nato su una convinzione, che indica una finalità: l’urgenza di ripensare la sostanza (perduta) di un orizzonte di sinistra e di dare un contributo alla ricostruzione di una cultura politica adeguata. Non é un gruppo chiuso, come dimostrano le continue adesioni e la partecipazione di invitati. Non é in vista una nuova associazione, né il network si pone in alternativa o in polemica con i tanti centri culturali con cui i singoli collaborano. Ma vuole continuare ad agire in autonomia, fuori dalle sigle tradizionali, in un programma che non fa mistero di voler tenere il pensiero e la pratica politica della sinistra in un orizzonte critico e socialista. Per quanto le trasformazioni intervenute rendano indispensabile distinguere ciò che è vivo e ciò che è morto della migliore tradizione socialdemocratica, ancora da lì originanola cultura e gli’orizzonti rilevanti . Una riflessione, quindi, di cui é destinatario un soggetto politico ideale della sinistra, mentre il/i soggetto/i reale/i sembrano poterne fare a meno per la riluttanza a concepirsi come soggetti pensanti.
Nasceranno dai primi altri Convegni e altre iniziative . Si tratta sempre di porre il fuoco sui discrimini di una impostazione di pensiero socialista e democratica, che, tuttavia – sappiamo – devono fare i conti con le trasformazioni della società moderna. Ma poi occorrerà riflettere su come agganciare indirizzi specifici alle basi di una cultura politica, e farlo su nodi di fondo per una progettualità di sinistra, quali, ad esempio, il rapporto tra Stati nazionali e UE, le strategie per parlare a precari, lavoratori del settore privato, disoccupati, giovani (tornando a rappresentarli), i modelli e indirizzi produttivi ipotizzabili per l’Italia da qui a vent’anni, gli spaccati sociali e la ricomposizione politica della frammentazione, le traformazioni della democrazia, la protezione dai rischi sociali, il ruolo di formazione critica della scuola, ecc.. Quindi, e soprattutto: quale partito? Con quale identità?
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